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Mondi in Miniatura, i Making of...

LA PORTA D’ORO

Sembrerà strano, ma una buona parte dei Russi contemporanei sono discendenti degli Svedesi. Garantito al limone!

Rús, infatti, è il nome che gli abitanti di quelle terre attribuivano ai Vichinghi che discendevano i loro fiumi (Volga, Dnepr, ecc.) alla ricerca di bottino, nuove terre, o semplicemente per commerciare. Quella casta di guerrieri venuti dal Nord fondò, tra gli altri, i principati di Novgorod, Kiev, Rostov e Smolensk (come ricorda il monaco Nestore nella sua “Cronaca”), ma molte spedizioni proseguirono sempre più a sud, affacciandosi addirittura sul Mar Nero e arrivando a Bisanzio, La Porta d’Oro tra Oriente e Occidente, la futura Costantinopoli, l’attuale Istambul.

All'inizio gli Svedesi si erano scontrati con l’Impero Bizantino e non avevano esitato a stringerne d'assedio la capitale per ben due volte. Tuttavia la saggezza politica fece loro ben presto capire la vanità di una simile ambizione, al punto che - riconoscendo la lealtà e il coraggio dei Vichinghi (in quelle zone chiamati Vareghi (o Variaghi o Vaeringi, da Vár “giuramento) - , gli imperatori bizantini più tardi assunsero un corpo di guardia personale reclutato tra i Voeringjar, rendendo così un doveroso tributo ai meriti guerreschi degli uomini del Nord. Le rune incise da un mercena­rio imperiale sulla zampa anteriore destra del leone del Pireo, portato poi a Venezia nel 1687, o il graffito con il nome di un altro guerriero vichingo sul tempio di Santa Sofia ad Istanbul, ne forniscono una lampante conferma.

Il display che stiamo realizzando per Lucca Games, presenta uno scontro sui confini della Siria, intorno all’Anno Mille, tra l’esercito Bizantino, del quale i Vareghi costituiscono un’unità di élite, e quello Arabo: un vero e proprio conflitto tra imperi, visto il grande momento di espansione verso Nord e verso Occidente delle tribù del deserto che si erano trasformate in una vera e propria forza di conquista dopo la morte di Maometto, avvenuta circa 400 anni prima.

Renato Genovese

Miniature Gripping Beast e Wargames Foundry dipinte da Tommy Nicosia (con contributi di Guido Bogi e Renato Genovese)
Collezione Renato Genovese