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LEUTHEN – 5 dicembre 1757

C’era la neve quel giorno a Leuthen, un villaggio della Slesia nei pressi di Breslavia nell’attuale Polonia. E nella neve i reggimenti e gli squadroni di Federico II, re di Prussia, e del Principe Carlo di Lorena, comandante dell’esercito austriaco, si scontrarono in una delle più memorabili battaglie della Guerra dei Sette Anni (1756-1763).
Dato che il lavoro di predisposizione degli scenari e delle miniature è ancora in fase di realizzazione, ci permettiamo di prendere in prestito le immagini di una partita di wargame relativa alla battaglia, giocata dall’affermato gruppo britannico degli Earlswood wargamers
www.earlswoodwargamers.co.uk/leuthen.html, mentre per la descrizione dell’evento ci sembra opportuno limitarci a trascrivere la sintetica ma efficace descrizione dello scontro effettuata da Elio Rosati e Anna Maria Carassiti nel loro pratico volume “Dizionario delle battaglie”, Newton & Compton Editori.

Le forze in campo a Leuthen erano così ripartite: per i Prussiani 48 battaglioni di fanteria (per un totale di 24.000 uomini) e 128 squadroni di cavalleria (12.000 uomini) con 167 cannoni tra pesanti e leggeri; gli Austriaci molto più numErosi potevano contare su 84 battaglioni, 144 squadroni e 210 cannoni (in tutto circa 90.000 uomini disposti su due linee). La vittoria prussiana fu il frutto della fulminea intuizione strategica di Federico II e della perfetta esecuzione dei suoi ordini da parte delle truppe. Anziché attaccare frontalmente lo schiera-mento nemico, come era abitudine di guerra, il re di Prussia fece eseguire all'esercito una marcia di fianco, con la quale condusse le sue armate contro l'ala sinistra degli Austriaci. Il Principe Carlo di Lorena tentò allora di effettuare una conversione del fronte ma non potè impedire ai Prussiani di attaccare la sua ala, quando avevano già sbaragliato la cavalleria. Gli Austriaci furono costretti a ritirarsi su una linea arretrata e, privi ormai dei reparti a cavallo, vennero attaccati e accerchiati su entrambe le ali dalla cavalleria avversaria; si rifugiarono a Breslavia. I Prussiani ebbero 1500 tra morti e feriti; mentre gli Austriaci 10.000 (tra i morti il generale Lucchesi); 12.000 furono i prigionieri, 51 bandiere e 116 cannoni il bottino di guerra. Tutta la Slesia, ad eccezione di Schweidnitz, cadde in mano al re di Prussia.

Questa vittoria fu tra le più celebrate di Federico II: il sovrano rivoluzionò, grazie ad una semplice e nuova tattica, l'estrema lentezza degli scontri frontali dei secoli XVII e XVIII.
La maggiore mobilità permetteva di muovere e spiegare l'esercito attaccando un lato avversario prima che questi potesse riuscire a cambiare fronte. Naturalmente era necessario un efficace addestramento, nel quale il sovrano fu rigidissimo, anche ricordandosi degli insegnamenti del padre, per ottenere dalle truppe il massimo di mobilità e rapidità di fuoco.


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